Io sto con la GdF

ROMA (Reuters)

L’ex comandante generale della Guardia di Finanza Roberto Speciale ha accusato oggi il governo di averlo cacciato senza motivo proponendogli un "baratto", un posto alla Corte dei Conti, che il generale si è riservato di valutare.

"Mi limito a dire che il provvedimento è immotivato", ha detto Speciale in un’intervista al Corriere della Sera riferendosi all’atto con cui è stato sollevato dall’incarico.

"E’ un atto irrazionale . Per salvare un viceministro devo pagarla io", ha aggiunto Speciale riferendosi a Vincenzo Visco, accusato di avere esercitato pressioni illecite sul generale per il trasferimento da Milano di quattro alti ufficiali delle Fiamme gialle.

Il generale ha definito un "baratto"  la proposta avanzata dal governo di garantirgli un posto alla Corte dei Conti.

"Un baratto. Di questo si tratta. E allora prima che io accetti un baratto ci penserò mille volte", ha detto Speciale, che ha anche minacciato di fare ricorso contro il decreto con cui venerdì il Consiglio dei ministri lo ha rimosso dall’incarico di comandante generale della Guardia di Finanza, nel quale gli subentrerà Cosimo D’Arrigo. Da parte sua il viceministro all’Economia ha rimesso le deleghe sulla Guardia di Finanza.

"Ho già parlato con insigni giuristi, i quali mi hanno detto che se faccio ricorso non c’è partita. Qui siamo proprio fuori da ogni regola giuridica".

6 Risposte a “Io sto con la GdF”

  1. Caro anonimo, lascia fuori la politica da questo “sano” blog. Se vuoi fare propaganda o dietrologia assortita falla liberamente da un’altra parte.

    Chi scrive qui ha servito la Patria e di solito proprio in quesi reparti che potremmo adunare tutti sotto il motto “Oltre la Morte”. Io sono tra questi e quello che non mi va giù nell’affare Speciale è che si sia voluto tentare di piegare un giuramento ad un’utilità di parte e momentanea. Tutto il resto non mi interessa.

    Un caro saluto

    X^

  2. Scusa, sono l’utente anonimo, non mi posso firmare per motivi professionali, ribadisco comunque che mi sento doppiamente preso in giro dalle politiche (e qui non faccio distinguo fra dx e sx) estere attuate negli ultimi 20 anni. L’ultimo capo del governo ad imporsi e ad avere un certo peso nelle questioni attinenti ai rapporti con gli USA è stato Bettino Craxi, (ricordo i fatti di Sigonella), da allora per quanto criticabile sia stata la sua figura ed i suoi coinvolgimenti con gli affari e la finanza, non abbiamo più avuto un degno premier che abbia saputo difendere la nostra sovranità e la dignità della nostra nazione. Per quanto diverse possano essere le opinioni e per quanto difficile sia stare sulla scena politica internazionale credo che il nostro peso sullo scenario politico mondiale sia pari a 0, e credo che gli atteggiamenti proni e supini dimostrati sia da Berlusconi che da Prodi e prima da D’Alema non possano che avvalore la mia tesi. Per quanto riguarda le opinioni su Gdf , carabinieri, polizia e tutte le forze dell’ordine, generalizzare è sempre sbagliato, purtroppo le mele marce esistono anche lì come in tutti gli altri settori della società, anche perchè ormai il senso di impunità e la sensazione di poterla fare franca in questa nazione è arrivata a livelli ormai insopportabili e credo ormai insostenibili.

    Per quanto riguarda la questione del Gen. Speciale non mi sento di esprimere alcun parere, parleranno senz’altro le cronache ed è troppo presto per giudicare ciò chè non si sà, non vorrei che il personaggio in questione seguisse lo stesso percorso di tal Berruti Massimo Maria la cui biografia espongo qui di seguito:

    Deputato della Repubblica. Eletto nel proporzionale, nelle liste di Forza Italia. Da ufficiale della Guardia di finanza, nel 1979 ebbe la sorte di interrogare un giovane imprenditore emergente di nome Silvio Berlusconi, a proposito della confusa situazione proprietaria e finanziaria della sua società Edilnord. Berlusconi rispose che della Edilnord era soltanto un “semplice consulente”. Berruti, nel suo rapporto conclusivo, prese per buona la versione di Berlusconi, permettendo così l’archiviazione dell’accertamento valutario che ipotizzava la dipendenza della Edilnord da società estere. Poi si dimise dalla Guardia di finanza e andò a lavorare per Berlusconi. Prima delle dimissioni, però, fece in tempo a essere arrestato con l’accusa di corruzione nell’ambito dell’inchiesta per lo scandalo Icomec, una storia di tangenti che scoppiò prima di Mani pulite (al processo fu assolto). Da consulente Fininvest, invece, è stato di nuovo arrestato, nel 1994, per favoreggiamento a Berlusconi nell’inchiesta sulle tangenti alla Guardia di finanza. Condannato in primo grado (10 mesi) e in appello (8 mesi).

    Saluti

    PS. La fonte chè ho citato nel post precedente è una e non è l’unica che possa avvalorare la mia tesi: cioè che siamo considerati alla stregua di un soggetto sacrificabile ed in qualsiasi momento disponibile alle necessità altrui, il fatto che mi dà più fastidio è che sostenere certe tesi viene considerato banditismo e terrorismo da condannare e magari manganellare, essere servi ed ossequienti, accettare tutto ed a qualsiasi prezzo come può essere invece definito ?

  3. Tutto serve per farci perdere di vista ben altro: Bush sabato verrà in Italia per chiudere definitivamente la questione Dal Molin.

    Caro utente anonimo, chiunque tu sia, conosciuto o no personalmente da me o per via telematica, la tua opinione, pur da me non condivisa, è legittima… Ritengo, però, che oltre a postare un copia/incolla da un link che, sempre personalmente, già conoscevo, sarebbe stato utile firmarsi e non celarsi nell’anonimato per un’affermazione di tal tipo.

    Oltre che con la GdF, ovviamente, sto anche con la Polizia, i Carabinieri, la Guardia forestale, i Vigili del fuoco, etc…: ovvero, con chiunque veste con onore e merito una divisa.

    Grazie, in ogni caso, dell’intervento: lascio il link perchè chi eventualmente interessato possa leggerlo direttamente…

    Maurizio

    p.s. = non commento, per scelta, quanto successo a Roma.

  4. Tutto serve per farci perdere di vista ben altro:Bush sabato verrà in Italia per chiudere definitivamente la questione Dal Molin.

    LE ARMI DEPOSITATE A “SITE PLUTO” NEL PERIODO 1954-1992 – bombe accanto

    a noi, bombe su di noi

    “Site Pluto” negli anni 1954-1992 si inquadra in un contesto più ampio dal quale emerge

    la sua importanza strategica di primo piano e si comprende appieno perché ora le forze

    armate lo stiano riadattando, ampliando e trasformando.

    Nel 1952 fu portato a termine il “Progetto VISTA” per la realizzazione di bombe

    atomiche “tattiche”, cioè da “utilizzare come sostegno nelle azioni di combattimento

    convenzionale”, quindi non destinate al suolo sovietico. Lo studio fu completato

    dall’Istituto di tecnologia di Pasadena ed aveva l’eloquente titolo di “Riportare le armi

    nucleari sul campo di battaglia”.

    Frutto del “Progetto VISTA” è il riadattamento delle opere di fortificazione realizzate in

    Friuli nel primo dopoguerra con i “tributi NATO”8. Erano piccole opere economiche e

    mimetizzate disseminate nel territorio dal Passo di Resia al mare. Erano nidi di

    mitragliatrice, prefabbricati… in molti casi furono riutilizzate torrette di carri dismessi,

    private del cannone e dotate di armi leggere! Erano opere destinate ai “reparti d’arresto”

    (fanteria d’arresto e alpini d’arresto) che avevano lo scopo di “contenere e rallentare un

    invasore dotato di unità corazzate e motorizzate”. In parole povere, le truppe del “Patto

    di Varsavia” erano dotate di un numero nettamente superiore di mezzi corazzati rispetto

    a quelli in dotazione alla NATO (più o meno il rapporto era di 3:1).

    Non valeva la pena “investire” in carri armati ed affrontare il nemico con armi

    convenzionali per due motivi molto semplici:

    1° la frontiera orientale dell’Italia (‘soglia di Gorizia’) avrebbe resistito solo da 8 a 15

    minuti9;

    2° più del 90% dei “reparti di arresto” sarebbe rapidamente morto. Secondo i piani dei

    generali questi giovani erano “carne da cannone” da immolare sul campo di battaglia. Il

    loro unico scopo era quello di “rallentare” l’invasore (pubblicazioni dottrinali 3000,

    2000 ed altre dei primi anni 50). L’argine al “varco di Lubiana” era di vitale importanza,

    vera porta verso la pianura Padana ed il Mediterraneo.

    estratto dal sito

    http://www.altravicenza.it/dossier/dalmolin/doc/20070427longarepluto01.pdf

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