Di tre specie sono al mondo gli ignoranti:
il primo che non sa, il secondo che non vuol
sapere, il terzo che pretende di sapere.
(Giambattista Basile – da “Lo cunto de li cunti”, altrimenti detto “Pentamerone” – 1634).
Non sapere, ovviamente, non è una colpa, anzi, una perfetta base di partenza per il miglioramento.
Il non voler sapere, forse, può rappresentare la voglia di protezione dei propri pensieri e delle proprie sicurezze: atteggiamento non corretto, ma capibile e perdonabile.
L’arroganza della pretesa di essere l’unico depositario della verità, invece, non porta ad alcunchè: siffatte persone io le chiamo “nati professori”.
Non lo so, sarà colpa dell’età (ancora!), sarà perchè col tempo si diventa sempre più esigenti e forse anche intransigenti, ma ultimamente mi par di incontrare sempre più persone della terza specie.
Prima di sapere bisognerebbe definire cosa s’intende per “sapere”.probabilmente tutti cadiamo lì.Per l’appassionato di calcio l’ignorante è chi non conosce a memoria la sua squadra di calcio del 63.,per il poeta chi non conosce Dino Campana, per il musicista chi non conosce TUTTE le sonate di Bach ecc.ecc. Tuttavia personalmente mi piace pensare che l’ignoranza colpevole sia quella di coloro che non si rendono conto dell’importanza per ognuno (ma anche per tutti gli altri) delle sue piccole passioni e competenze.Insomma saccenza e sufficienza sono mancanza di umanità.
della serie…”io so di non sapere”
ciao
Francesco