S. Martino


11 novembre


Le tracce di Martino di Tours



L’Arma di Fanteria festeggia S. Martino, suo Santo Patrono.


 








L’iscrizione del capitello in foto dice:


 









PROTEGGI “O S. MARTINO”


GLI ABITANTI DI QUESTA LOCALITA’


A TE DEDICATA


ED I FANTI CHE LA PRESIDIANO



31 LUGLIO 1972



Si trova in località Craoretto, frazione di Prepotto (Ud), nei pressi di una delle tante casermette dei distaccamenti di guardia dei Reparti di Fanteria d’Arresto.











 


 


 


Martino di Tours è uno di quegli uomini che hanno fatto parlare di sé intere generazioni per essere stati protagonisti di episodi che hanno acceso la fantasia popolare.


Nei pressi di Amiens, cavalcando avvolto nel suo ampio mantello di guardia imperiale e incontrato un povero rabbrividito dal freddo, con gesto generoso taglia in due il mantello, donandone metà al povero.


La notte, in sogno, Gesù, avvolto in quel mezzo mantello, gli sorrise riconoscente.


Martino, figlio di un tribuno romano, era nato a Sabaria, in Pannonia, verso il 315.


A quindici anni indossava già la divisa militare. L’episodio del mantello è da collocarsi in questo periodo, perché a diciott’anni ricevette il battesimo e abbandonò la milizia per seguire S. Ilario di Poitiers, suo maestro. Dopo un breve noviziato di vita eremitica nell’isola Gallinaria, sulla costa ligure, Martino fondò un paio di monasteri: Ligugé, il più antico d’Europa, e Marmoutier, destinato a divenire un grande centro di vita religiosa.
Dopo la parentesi contemplativa si aprì quella attiva: Martino, eletto vescovo di Tours, diventò il grande evangelizzatore del centro della Francia.


Era stato, si disse, soldato contro voglia, monaco per scelta e fu vescovo per dovere.


Nei ventisette anni di vita episcopale si guadagnò il riconoscimento e la stima dei poveri, dei bisognosi e di quanti soffrivano ingiustizie, ma era malvisto da quanti del clero amavano il quieto vivere.


Venne perfino querelato da un prete di nome Brizio: è diventata proverbiale la sua frase: «Se Cristo ha sopportato Giuda, perché io non dovrei sopportare Brizio?».
Morì l’8 novembre 397 a Candes, durante una visita pastorale, nella data che lui stesso aveva previsto molto tempo prima, avvertendone i suoi confratelli.


I suoi funerali furono celebrati l’l1 novembre, data nella quale Martino viene ricordato tuttora, primo santo non martire ad avere una festa liturgica.


Quella data è rimasta anche come punto di riferimento nelle contrattazioni di alloggi, di terreni, di compravendite, dei cambi dei contratti di mezzadria nel mondo agricolo: «il nuovo vino si beve a S. Martino», oppure «a S. Martino castagne e vino», si dice tuttora in molte regioni italiane e francesi.


«Fare S. Martino», in alcune zone del Veneto, significa «traslocare»; infatti, in tale data, scadendo i contratti di mezzadria e di alloggio, si poteva essere costretti, seduta stante, a lasciare la vecchia casa.


La metà del mantello che S. Martino condivise col povero, tolte numerose frange per arricchire i vari reliquiari, venne custodito gelosamente in una «cappella» (il nome deriva appunto da «cappa», mantello) e il custode prese il nome di «cappellano».


S. Martino ha lasciato tracce di sé, oltre che nei detti popolari, persino nel vocabolario.



5 Risposte a “S. Martino”

  1. Mi viene in mente una canzone:
    S.Martino Campanaro suoni tu
    suoni tu
    suonan le campane
    suonan le campane
    din don dan
    din don dan!
    Sono gioiosa si vede?
    Buon fine settimana carissimo.A presto Giada

  2. Molto bella la foto ed interessante il fatto che nel 1972, praticamente ieri, venisse invocata la protezione di S.Martino sui fanti di presidio.
    saluti.
    X^

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